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Il dolore

di Marguerite Duras

Il dolore
di Marguerite Duras
Teatro

"Come ho potuto scrivere questa cosa a cui ancora non so dare un nome, e che mi spaventa quando la rileggo? Il dolore è fra le cose più importanti della mia vita"

Nel breve Diario di Marguerite Duras, scritto nell'aprile del 1945 in una Parigi da tempo liberata in cui si attende soltanto l'imminente resa del regime nazista, si respirano i suoni, i sentimenti e i colori senza luce di un’attesa speranzosa e disperata: il ritorno a casa di suo marito Robert L. (lo scrittore francese Robert Antelme) deportato a Buchenwald e poi a Dachau. "La pura normalità. Non farne io qualcosa di straordinario. Straordinario è quello che non ci si aspetta. Bisogna che sia ragionevole: aspetto Robert L. che deve tornare".

Ma di normale c’è poco nel racconto minuzioso di una testimone di guerra. Non la sua attesa, non il dolore che "è radicato nella speranza". Cosa vuol dire attendere? Si può vivere il presente attendendo il futuro? Spesso l’attesa ci porta a una proiezione del futuro. Un futuro che non sempre risponde alla nostra immaginazione.

È la scrittura stessa di Duras a descrivere i suoni, le voci e i rumori che scandiscono ogni giornata. Dalla piccola stanza in cui si protrae la sua attesa viene composta una partitura musicale dell’attesa e del dolore che "soffoca e abbisogna di spazio".

Il dolore

Prezzo

Prevendita online: luganolac.ch

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Crediti

TEATRO SOCIALE BELLINZONA

Di: Marguerite Duras 
Traduzione di: Laura Guarino e Giovanni Mariotti, ed. Feltrinelli 
Con: Margherita Saltamacchia, Raissa Avilés (voce), Rocco Schira (violino e loopstation) 
Riduzione, adattamento e regia: Margherita Saltamacchia 
Musiche originali: Raissa Avilés e Rocco Schira 
Disegno luci: Alexander Budd 
Foto di scena: Paolo Battaglia
Produttore: Gianfranco Helbling 

Immagine: © Paolo Battaglia TSB

Promotore/i

LAC Lugano Arte e Cultura
www.luganolac.ch